4^ edizione del progetto di centro musica e teatro comunale Opera Rock
Va in scena lunedì 13 maggio 2019 alle 20:30 per l’Altro Suono festival al Teatro Comunale Luciano Pavarotti la prima assoluta di Ritual, rock opera firmata dal giovane autore Cesare Augusto Giorgini.
Lo spettacolo viene realizzato per la quarta edizione di RockallOpera, progetto inedito ideato da Fondazione Teatro Comunale di Modena e Centro Musica del Comune di Modena che offre a giovani gruppi musicali, selezionati attraverso un concorso regionale, l’opportunità di realizzare un concerto in forma semiscenica lavorando su arrangiamento, uso della voce e scrittura dei testi attraverso un percorso di workshop e incontri con professionisti messi a disposizione dalle due istituzioni.
La band vedrà la presenza, a fianco di Cesare Augusto Giorgini (voce, sintetizzatori, chitarre), di Marco Garbin (percussioni, basso, tastiere), Yassmine Jabrane (voce, tastiere), Pietro Leanza (percussioni), Roberto Palmieri (chitarre, tastiere) e Alice Sacchi (voce). La regia è di Tony Contartese con la collaborazione di Alex Class per arrangiamento e musica, di Lalo Cibelli per la voce e di Tommy Togni per i testi.
Cantante, cantautore, chitarrista e musicista indipendente, Giorgini è nato a Vignola. Ha iniziato la propria attività musicale a 15 anni fondando la band progressive Blackbirch. Nel 2017 si è trasferito a Londra, dove ha studiato Songwriting presso il BIMM Institute e collaborato con la band Reckless Jacks. Nello stesso anno ha pubblicato il suo primo album solista, Jeunesse Secrète. “Il fondamento di Ritual è una domanda – racconta l’autore -: la musica è una religione? Tante volte ci si imbatte in citazioni, opinioni e gesti che sostengono questa ipotesi. La musica è qualcosa di estraneo agli uomini, eppure interiore. Inutile eppure indispensabile. La musica ha i suoi rituali, i suoi templi, i suoi profeti e le sue divinità, dal dio Dioniso per gli antichi greci a Bragi per i vichinghi fino ai Beatles, Woodstock, Coachella e Kanye West. Ritual è un viaggio alla ricerca di quei momenti in cui musica e religione si sono cristallizzati”.
“Il lavoro di Cesare Augusto Giorgini è essenziale, non ha bisogno di nulla – aggiunge Tony Contartese -. La sua musica è talmente ammaliante e seducente che basta a se stessa. La struttura live concepita è a supporto di quest’immaginario e come un rituale si materializza sulla scena attraverso evocazioni e suoni che legano lo spettatore all’artista come il sacerdote ai suoi fedeli. Ogni frammento è parte di un tutto, ogni simbolo è segno di un disegno: quello dell’uomo e del suo percorso spirituale nel tempo e nello spazio. È un semplice suono che si fa carne, per tornare suono e rifarsi nuovamente corpo, per essere ancora solo e unicamente suono. Come in principio era verbo.”