CURIOSITA'

Autostrada Tirreno – Brennero: quattro province rilanciano il progetto

I presidenti di quattro province (Verona, Cremona, Mantova e Parma), assieme a 27 parlamentari, hanno presentato un documento per richiedere il completamento della Tibre, ossia l’autostrada Tirreno – Brennero.

Il dossier Tibre

Come riporta un articolo pubblicato dall’edizione online di Repubblica, i presidenti di provincia Beniamino Morselli (Mantova), Manuel Scalzotto (Verona), Mirko Signoroni (Cremona) e Diego Rossi (Parma), rappresentato dal vice Giuseppe Delsante dopo la fine del mandato da sindaco, hanno sottoscritto una dichiarazione, nella quale sottolineano come “riparlare di Tibre autostradale dopo tutti questi anni, appare antico a buona parte dell’opinione pubblica, quasi quanto appare, invece, a noi, urgente, moderno e rivolto al futuro”.

Il progetto di un’arteria autostradale Tirreno – Brennero, infatti, risale a trent’anni fa, quando il percorso per la sua realizzazione prese il via con l’Autocisa, allora presieduta da Antonio Tabacci (attualmente sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri). Le nuove richieste dei presidenti di provincia punta ad un upgrade strutturale di un apparato più ampio, il Corridoio Tirreno – Brennero quale parte integrante della rete multimodale europea Ten – T che include il trasporto su rotaia, quello fluvio – marittimo e su gomma.

La sottoscrizione, sostenuta anche da una compagine di parlamentari bipartisan, ha come obiettivo quello di “sostenere con forza la necessità di riprendere la prioritaria attenzione sull’autostrada Tirreno – Brennero, la Tibre”.

L’autostrada “più corta d’Italia”

Dal punto di vista pratico, il progetto della Tirreno – Brennero consiste nel completamento del collegamento tra Sissa Trecasali, in provincia di Parma, a Nogarole Rocca, paesino veneto a metà strada tra Mantova e Cremona.

Questa arteria autostradale, come si legge nel documento sottoscritto dalle quattro province, “sarà l’asse di comunicazione privilegiata fra l’area tedesca e baltica e i porti toscoliguri attraverso l’asse del Brennero”; in aggiunta, l’infrastruttura consentirà di ottimizzare i flussi di traffico stradale tra l’Europa centro-settentrionale e l’area tirrenica, incentivando contestualmente lo sviluppo del trasporto intermodale tra il Brennero e il porto di La Spezia.

Quella che le stesse province hanno ribattezzato come “l’autostrada più corta d’Italia” attraverserebbe tre regioni diverse; il tratto più lungo (52 km) attraverserebbe la Lombardia (tra le provincie di Cremona e Mantova). Il resto dell’autostrada passerebbe in Emilia Romagna (17,5 km nella provincia di Parma), e Veneto (15 km in provincia di Verona).

Gli obiettivi della Tibre

I sottoscrittori del dossier sulla Tibre fanno leva principalmente sui vantaggi che tale opera potrebbe comportare in termini logistici e commerciali. Uno di questi è rappresentato, secondo i promotori dell’iniziativa, dalla possibilità di migliorare la canalizzazione del traffico pesante e di attraversamento, ossia quello costituito dal trasporto merci su gomma, incluso il trasporto di autovetture e veicoli commerciali leggeri per privati e aziende. Si tratta di un servizio erogato da operatori specializzati, come KarryCar, attivo sia a Modena che nel resto del paese.

Al contempo, sottolineano i presidenti di provincia a sostegno della Tibre, il nuovo tratto autostradale consentirebbe di collegare le aree più produttive del paese. In aggiunta, l’opera avrebbe anche un impatto positivo dal punto di vista ambientale, favorendo la graduale transizione ecologica.

Lo scopo primario della Tibre, però, resta quello di alleggerire il traffico che grava sulle arterie viarie locali (appesantite dal transito dei veicoli commerciali), generato dalle ditte di export e dalle piccole e medie imprese presenti in tutta l’area padana. Nel dossier si sottolinea come svincoli e tangenziali abbiano risolto solo in parte la situazione, in un contesto che resta “gravato da colli di bottiglia e inadeguatezze infrastrutturali, di cui i ponti sono solo l’elemento più evidente”. La nuova infrastruttura potrebbe assorbire buona parte del traffico pesante che attualmente attraversa i centri abitati, costituendo una valida alternativa alla rete della viabilità ordinaria delle tre regioni coinvolte.

Redazione primapagina.mo.it

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