Diario del capitano Guido Corradi, la vita a Carpi durante la guerra di successione spagnola

Un racconto dettagliato delle cose accadute a Carpi, Novi, Rovereto e territori limitrofi durante la guerra di successione spagnola. Una guerra dimenticata, nonostante i cinque anni di occupazione militare straniera.

Il Gruppo Storico Carpi-Novi, dopo un impegno collettivo durato alcuni anni, ha finalmente visto la luce, in due diverse modalità, la trascrizione del Diario del capitano Guido Corradi, che racconta la vita di Carpi e del suo territorio durante gli oltre cinque anni di occupazione militare straniera (dal luglio 1702 al novembre 1707) a causa della guerra di successione spagnola, con informazioni del tutto inedite su questo periodo finora quasi completamente ignoto alla storiografia locale.

Il contesto storico

La morte senza eredi diretti di Carlo II, re di Spagna (1701), scatena gli interessi delle principali potenze europee che mirano a impossessarsi dei territori del suo vasto impero. In breve si formano due partiti, attorno ai due pretendenti dinasticamente più adeguati, rispettivamente il nipote di Luigi XIV e il secondogenito dell’Imperatore del Sacro Romano Impero. La guerra si combatte sia in Italia, Paesi Bassi e Spagna, sia per mare, nelle colonie americane e nelle basi commerciali spagnole in Oriente.

Nell’Italia settentrionale i due eserciti – che assommano fino a 120.000 militari, oltre a circa 30.000 addetti a servizi e vettovaglie – si schierano lungo l’asse del Po e occupano territori dichiaratisi neutrali, come il ducato estense, portando distruzioni e sottoponendo la popolazione ad ogni sorta di malversazione. Carpi e il suo territorio rappresentano una sistemazione privilegiata per gli invasori: una città fortificata, quindi difendibile, se necessario, non troppo lontana dalla zona di guerra, al centro di un territorio ricco di risorse agrarie e più facile da controllare della grande Modena. È la scelta immediata dei francesi, arrivati per primi, che la trasformano in retrovia del fronte, residenza temporanea di alti ufficiali, ma soprattutto centro di raccolta di approvvigionamenti per l’esercito, ricovero per feriti e malati e alloggiamento di truppe durante l’inverno.

Nell’estate del 1706 l’esercito francese si trova in difficoltà; Carpi è assediata – pochi giorni ma raccontati dall’autore quasi minuto per minuto – e sottoposta a bombardamenti dell’artiglieria imperiale, finché la guarnigione francese non si arrende, lasciando il campo a una nuova occupazione, più selvaggia per la diversa struttura dell’esercito imperiale, composto di singole armate autonome, rispetto a quello francese, che dispone già di una struttura di tipo nazionale. E i carpigiani devono subire per oltre un anno nuovi tipi di vessazioni, violenze ed epidemie, finché la battaglia di Torino non mette fine alla guerra in questo settore e si può festeggiare il rientro del duca Rinaldo III d’Este dal volontario esilio a Bologna.

L’autore, Guido Corradi

L’autore, Guido Corradi, all’inizio dell’occupazione ha trentadue anni, è sposato da poco, è proprietario di alcune tenute a nord di Carpi (tra cui anche gli attuali Campo di Fossoli e Oasi del WWF La Francesa); appartiene alla milizia locale col grado di capitano, è un uomo pratico, perspicace e disponibile a prodigarsi nell’amministrazione locale (all’epoca prestata a titolo gratuito) per l’intero periodo dell’occupazione e anche in seguito; parla il francese, perciò è in contatto diretto coi responsabili e i funzionari stranieri ed è al corrente di ciò che accade nel territorio, pronto a darsi da fare nella speranza di limitare i danni e di evitare il peggio, preoccupato per le violenze e lo sperpero di risorse. Si tiene informato dell’andamento della guerra, non solo nelle località vicine che visita, assistendo, ad esempio, alla presa del fortino di Bondanello e all’assedio di Mirandola, ma anche informandosi da persone di passaggio e leggendo le notizie di stampa che riesce a procurarsi.

Vuole capire ciò che sta accadendo e spiegarlo ai lettori, ben diversamente dai cronisti locali che lo hanno
preceduto. In altre parole, è un perfetto esponente del razionalismo preilluministico modenese rappresentato da Ludovico Antonio Muratori, che il nostro Guido non poteva non conoscere. Lo conferma tutta la sua attività, tra cui spicca, a guerra finita, il suo impegno per rendere navigabile il Canale di Carpi fino al suo sbocco in Secchia: un gran beneficio per il commercio locale, purtroppo non ricostituito dopo le distruzioni delle due guerre successive (1733-35 e 1740-48).

Il Diario

Nel Diario, oltre alle vicende della guerra, Guido Corradi annota tutti gli avvenimenti che suscitano il suo interesse e la sua curiosità, dalle devozioni cittadine alle esecuzioni capitali; descrive i personaggi con cui viene a contatto, a volte brave persone, ma spesso avidi avventurieri; mette in risalto la durezza della vita quotidiana in tempo di guerra, soprattutto per i contadini, i più indifesi, spogliati del poco che hanno, sempre a rischio di morire di fame. Il Diario ci porta indietro nel tempo, allo scontro tra solidarietà e violenza brutale descritto con occhio compassionevole non solo per le sofferenze umane, ma anche per quelle degli animali, come i buoi – forza lavoro per i trasporti – requisiti dagli occupanti, costretti a lunghe marce, anch’essi affamati, fino allo sfinimento.
Esso inoltre colma un vuoto relativo a un periodo breve, ma molto significativo per la storia di Carpi e del suo territorio, grazie all’impegno di quest’uomo colto e pratico, che scrive in modo diretto, attento ai fatti e lontano da abbellimenti retorici, alternando momenti eccezionali a piccoli fatti della vita quotidiana di tre secoli fa e rendendo il testo una miniera di notizie inedite.

Le pubblicazioni

L’importanza e la ricchezza del Diario hanno convinto il Gruppo Storico Carpi-Novi a pubblicare, oltre alla trascrizione fedele del manoscritto, a cura di Lauro Tavernelli, una sua riscrittura in italiano moderno a cura di Anna Maria Ori, per consentire anche a lettori non specializzati di apprezzare appieno il lavoro di Guido Corradi.
La pubblicazione dei due volumi, tra loro complementari, è stata possibile anche grazie al contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi.

Presentazioni

I volumi saranno presentati in diverse date a Rovereto s/S, Novi, Carpi e Modena.
Sono state programmate le date per Rovereto (19 novembre, sala De Andrè ore 21) e Novi (6 dicembre, sala Ferraresi, ore 21) con la presenza degli autori Anna Maria Ori e Lauro Tavernelli.
Per Carpi (auditorium Loria e libreria La Fenice) e Modena (Accademia Nazionale di Scienze, Lettere e Arti) sono previste presentazioni tra gennaio e i primi mesi del 2020.

Il Gruppo storico Carpi-Novi

Il Gruppo Storico Carpi-Novi, nato nel 1988 come Gruppo Storico Novese, ha al suo attivo numerose pubblicazioni e mostre di rilievo tra cui ricordiamo i recenti Novi nel medioevo e in età moderna e la mostra In loco ubi dicitur Vicolongo, relativa all’insediamento medievale di Santo Stefano.
Il nuovo assetto societario come Associazione di Promozione Sociale è stato voluto per allargare anche ad appassionati di storia di Carpi la possibilità di incontrarsi e di collaborare allo studio e alla diffusione della conoscenza del passato dell’intero territorio.

Redazione primapagina.mo.it

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