Visita ortopedica: quando serve e come si svolge
Le patologie che interessano gli arti e la colonna vertebrale sono, purtroppo, molto diffuse e possono avere origine di vario tipo. Nei pazienti maturi ed anziani sono più comuni le malattie degenerative o croniche mentre i soggetti più giovani ed in buona salute mostrano per lo più problemi legati alle conseguenze di traumi di natura violenta. Problematiche di questo vengono affrontate con l’ausilio di un medico specialista, l’ortopedico, il quale, a seguito di un apposito consulto. Una visita ortopedica, infatti, serve sia ad individuare con precisione la presenza di un’eventuale patologia (e la natura della stessa) e a stabilire i trattamenti necessari per contrastarla, in base al quadro clinico del paziente.
Quando sottoporsi ad una visita?
La necessità di una visita ortopedica si manifesta in momenti diversi, a seconda di una serie di fattori che può variare considerevolmente da persona a persona. In linea generale, un consulto ortopedico è necessario in presenza di sintomi che interessano gli arti, sia superiori che inferiori, o la colonna vertebrale. Una sintomatologia ‘sospetta’ può essere riconducibile ad un trauma causato da un infortunio o un incidente oppure da una patologia degenerativa. In ogni caso, è possibile consultare il proprio medico di fiducia per valutare la possibilità di richiedere un consulto specialistico.
Come prenotare un consulto ortopedico
È possibile sottoporsi ad una visita ortopedica sia presso una struttura pubblica afferente al servizio sanitario nazionale sia rivolgendosi ad un ente privato. Nel primo caso, è necessario disporre dell’impegnativa del medico curante; nel secondo, invece, è possibile contattare direttamente l’ambulatorio, fissando un appuntamento per la visita. Molte strutture private consentono ai pazienti di prenotare il consulto online, attraverso appositi tool digitali sui propri portali di riferimento, come ad esempio ionoforetica.it.
Come si svolge la visita
Un consulto ortopedico è un tipo di visita medica che non richiede alcuna preparazione da parte del paziente; è consigliabile che questi abbia con sé i referti di analisi o esami strumentali svolti in precedenza. Non è obbligatorio, ma può essere utile, indossare abiti comodi.
Dal punto di vista pratico, il primo step della visita consiste nell’anamnesi; l’ortopedico interroga il paziente per conoscerne le abitudini, concentrandosi in particolare sull’alimentazione, il fumo e lo stile di vita. In aggiunta, il medico si informa circa eventuali patologie pregresse o in corso; in questo frangente il paziente deve comunicare se sta seguendo o ha concluso una particolare terapia farmacologica.
La fase successiva prevede l’esame fisico della parte o delle parti del corpo che presentano sintomi da approfondire. Il medico si concentra in particolar modo sulla postura del paziente e le caratteristiche dei singoli arti, come ad esempio la forza muscolare, i riflessi, la capacità motoria e la presenza di eventuale gonfiore. Se i riscontri sono sufficienti, l’ortopedico può procedere alla formulazione di una diagnosi precisa; altrimenti, qualora lo ritenga opportuno, può disporre ulteriori esami strumentali (analisi del sangue e delle urine, TAC, risonanze magnetiche o radiografie) per un’analisi più approfondita del quadro clinico che consenta di diagnosticare con precisione la patologia che ha colpito il paziente.
Quello diagnostico, infatti, è lo scopo primario della visita ortopedica; il consulto consente di individuare patologie artritiche, lesioni ai legamenti, fascite plantare, sindrome del tunnel carpale, neuroma di Morton, alluce valgo e altre patologie, acute o degenerative, che pregiudicano l’efficienza dell’apparato motorio. Nel caso in cui il paziente abbia già ricevuto una diagnosi e stia affrontando una terapia farmacologica, la visita ortopedica assolve una funzione di semplice monitoraggio, in quanto consente al medico specialista di seguire il decorso della patologia e gli effetti delle cure mediche, in modo tale da intervenire e, se necessario, coinvolgere figure specializzate nei percorsi di riabilitazione (fisiatra e fisioterapista).